Una nota della Swedish Automobile, una holding che controllava, fra le altre, la casa automobilistica svedese Saab, rende noto che Saab passa a una proprietà cinese. Continua dunque l’ “esodo” dei marchi europei verso l’estremo oriente. Con conseguenze non sempre, e non per tutti, positive.
LA NOTA – “E’ stato raggiunto un accordo per la cessione alle società Pang Da e Youngman del 100% delle azioni di Saab Automobile AB e di Saab Great Britain a fronte di un corrispettivo di 100 milioni di euro”, dichiara Swedish Automobile. Un prezzo non certo astronomico, ma va tenuto conto che la Saab attraversa una durissima crisi finanziaria e che il primo compito dei nuovi proprietari sarà quello di ripianare i debiti. Nella fabbrica di Trollhättan da mesi ormai non si produce, essendo gli operai senza stipendi e i fornitori ancora in credito. Il baratro è stato finora evitato solo grazie all’intervento dello Stato svedese, che con provvedimenti speciali ha consentito alla casa di evitare la bancarotta. L’ultima parola sul passaggio di proprietà però spetta alle autorità di Pechino che dovranno approvare l’acquisizione da parte di Pang Da e Youngman.
EUROPEE IN CINA– Già nel passato abbiamo assistito all’intervento salvifico dei capitali cinesi su alcune casa automobilistiche europee. Tra i più famosi il passaggio di Volvo daFord al gruppo Geely nel 2010. Operazione che sembra poter dare ben presto i suoi frutti, visto che i nuovi proprietari hanno intenzione di aprire due fabbriche in Cina per favorire le vendite e sfidare altri marchi di lusso. Ma ci sono anche precedenti meno rosei come quello di Rover-MG: passata nelle mani di Nanjing Automobile, che trasferisce la produzione dall’Inghilterra alla Cina smantellando la fabbbrica, finisce poi in quelle di Shanghai Automotive che fa marcia indietro e riapre lo storico impianto di Longbridge, ma del passato è rimasto poco o nulla, visto che MG, marchio famoso per le spider, produce solo vecchi modelli, mentre Rover, per questioni legali, ha dovuto cambiare nome in Roewe enon è più presente sul mercato europeo.