Un dato che deve far riflettere, quello emerso da un’analisi di Quintegia, presentata all’apertura del 2012 “Automotive Open”. Il mercato dell’auto, privo di incentivi, nel 2011 è stato a galla solo grazie alle campagne promozionali della Case.
SALVAGENTE – I dati mostrano che la vendita di auto nuove nel 2011 ha generato un margine lordo per i 10 principali marchi del 13,3% (-0.3 rispetto al 2010), che però è stato quasi del tutto rosicchiati dagli sconti al cliente. Di conseguenza, è stato necessario un utilizzo costante delle campagne promozionali delle Case, che sono state negli ultimi due anni un vero e proprio salvagente per le case. “Alla resa dei conti si tratta di un guadagno ridottissimo che aggrava una fase recessiva mai registrata nella storia dell’automotive e che in diversi casi non permette la sostenibilità del business rendendo incerto il futuro di molti concessionari”, si legge nel rapporto.
CONCESSIONARI IN DIFFICOLTA‘ – L’analisi non manca di sottolineare come nonostante vi siano meno vendite e con meno margini, le case automobilistiche abbianno la possibilità di investire nei mercati emergenti. I concessionari italiani, già in contrazione come numero del 15%, devono invece affrontare la situazione e programmare un futuro diverso. Così il presidente di Quintegia, Leonardo Buzzavo: “I concessionari sono alla prova dell’elettrocardiogramma sotto stress – ha detto – con un meno 10,9% di auto vendute lo scorso anno, una ridotta capacità di accesso al credito e un costo del denaro che è aumentato.
Ma oltre a credere nei loro prodotti stanno giocoforza sperimentando soluzioni innovative per contrastare la tendenza negativa, come la creazione e lo sviluppo di gruppi d’acquisto in comune, l’attività di marketing non convenzionale, gli accordi quadro con i fornitori e soprattutto lo sviluppo di nuove tecnologie, con quasi 6 dealer su 10 che hanno una figura dedicata a Internet e un profilo su Facebook. Qui non si tratta di considerare matura la distribuzione auto, semmai lo sono alcune strategie ormai datate”.