Nessuna chiusura. Anzi, dal 2013 potenziamento degli impianti e soprattutto progetti chiari per il loro futuro. Almeno a parole il destino di Fiat sembra tracciato, soprattutto dopo che Sergio Marchionne ha illustrato programmi e obiettivi futuri che però partono da un dato di fondo: la riduzione degli obiettivi finanziari da qui al 2014, puntando al pareggio in Europa entro il 2015 o 2016.
Se il piano industriale del 2010 infatti prevedeva volumi di vendite importanti, quello attuale li ha ridotti ma è anche molto più realistico. Oggi si parla di un target pari a 4,6-4,8 milioni di unità (Chrysler compresa) contro i 6 che erano stati preventivati solo due anni fa. Colpa della crisi, certo,ma anche di una competitività globale dietro alla quale il Gruppo del Lingotto al momento sembra far fatica a stare.
In ogni caso la Fiat ha ribadito per bocca de, suo ad che nello stabilimento torinese di Mrafiori saranno prodotte l’Alfa Romeo Mito, ma anche una serie di vetture d’alta gamma destinate ai mercati europei ed internazionali mentre a Melfi verranno prodotti i Suv e a Cassino, grazie alla piattaforma comune stabilita con Chrysler, nuovi modelli destinati all’esportazione.
Ma dalle parole di Marchionne si è compreso molto di più anche sui marchi che saranno quelli di punta per la Casa: decisamente Fiat, soprattutto con la nuova linea della 500, ma anche Alfa Romeo e Maserati per i segmenti di mercato più alti mentre rischia di scomparire quasi definitivamente un marchio storico come Lancia.
In particolare saranno lanciati tre nuovi modelli nel 2013, prodotti in Italia e destinati anche all’export, di cui uno Alfa Romeo e due Maserati. Nel 2014 invece é prevista la produzione di altri cinque nuovi modelli nel nostro Paese, sempre destinati anche all’export: uno sarà Fiat, due Alfa Romeo, una Jeep e una Maserati, a cui si aggiungerà anche un veicolo commerciale Fiat. Nel 2015 sul mercato arriveranno altri cinque modelli di produzione italiana, di cui 3 Alfa e 2 Maserati e nel 2016, infine, altri tre modelli prodotti in Italia, ovvero due Alfa Romeo e un Maserati.
Inoltre Fiat-Chrysler punta ad un’alleanza sempre più forte con Renault e General Motors, che controlla in Europa la Opel, per creare una sorta di santa alleanza capace di scalzare almeno nel nostro continente la supremazia Volkswagen, i cui numeri complessivi sono praticamente uguali a quelli dei tre costruttori messi assieme.