Hyundai prepara la nuova city car low cost dedicata soprattutto al mercato indiano destinata a rivaleggiare contro la Tata Nano, l’auto venduta al prezzo di partenza di circa 1750 euro in patria. La nuova Hyundai è nota sotto il codice progettuale HA e sarà realizzata utilizzando componenti e soluzioni poco costose.
Il mercato indiano è molto attivo per la Hyundai sulla quale è presente dal 1996. In tutti questi anni ha sviluppato modelli e stabilimenti che hanno aumentato molto le vendite ma l’arrivo della Tata Nano ha spaventato molti costruttori: prima fra tutti la Renault che ha annunciato una city car per il 2012 da realizzare con Bajaj nonché la Hyundai che ha già avviato i collaudi della piccola low cost. L’arrivo dell’auto è previsto per il fine di quest’anno.
Il telaio di base sarà una versione molto economica della nuova piattaforma debuttata con la Kia Picanto seconda generazione (attesa per Ginevra), i pannelli della carrozzeria saranno realizzati in materiali leggeri e poco costosi proprio per ridurre i costi di produzione, inoltre il motore sarà il nuovo tre cilindri 800 aspirato da circa 50 cavalli. Dovrebbe essere poco più corta della Hyundai i10 (quindi all’incirca 3,50 metri), 5 porte e tetto rialzato nella parte terminale in modo da formare un piccolo spoiler.
La nuova city car low cost della Hyundai però dovrebbe avere un prezzo leggermente più elevato rispetto la Tata Nano, la versione base potrebbe costare circa l’equivalente di 2.800 euro, un prezzo che la pone però come un’alternativa interessante e sicuramente più sicura e affidabile (visti i recenti casi di incendio della Nano). Per 2.800 euro la futura piccola Hyundai resta comunque molto concorrenziale visto che le principali rivali costano tutte molto di più. La nuova Hyundai derivata dal progetto HA sostituirà il modello Santro Xing, che altro non è che la vecchia Atos rimasta in produzione.
Bellissima, speriamo la importino in Italia cosi’ vedremo finalmente il declino definitivo della Fiat.
E alla FIOM faranno prima festa …. poi dovranno scappare a lvorare in Cina o in India e, per i fautori del NO, sarebbe proprio una bella beffa!!!