Oggi si parla tanto di auto elettriche, come la soluzione del futuro: l’auto elettrica può giocare un ruolo molto importante nel tagliare le emissioni di CO2 della Unione europea, ma l’attuale legislazione contiene scappatoie che possono portare ad un maggiore uso dei combustibili fossili.
A settembre il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso sostenne che i trasporti dovevano essere urgentemente decarbonizzati, alzando l’attenzione sul trasporto elettrico quale chiave di volta di questo processo. (1) Ma non è così, almeno in questa prima fase di transizione.
Secondo un rapporto pubblicato da Transport & Environment (2), gli obiettivi vincolanti della Unione europea in materia di emissioni di CO2 da auto approvati lo scorso Dicembre 2008, includono dei ’supercrediti’ che permettono ai costruttori di auto di vendere 3,5 SUV superinquinanti per ogni veicolo elettrico venduto, permettendo loro di raggiungere ugualmente gli obiettivi fissati dalla UE. Questo perché le auto elettriche sono state fatte passare ad emissioni zero, nonostante il fatto che l’elettricità usata derivi da fonti fossili come il carbone. (3)
Il risultato di tutte queste scappatoie legislative sarà che i costruttori di automobili dovranno fare molti meno sforzi per ridurre le emissioni delle auto convenzionali, immettendo nel mercato qualche modello di auto elettrica. E l’effetto complessivo sarà emissioni di CO2 più alte e maggior uso del petrolio, contrariamente alle finalità stesse della legislazione europea.
“Terra!” sostiene che queste scappatoie legislative debbano essere chiuse, affinché l’industria automobilistica affronti seriamente le proprie responsabilità nel taglio delle emissioni di CO2 e rafforzi i propri investimenti in efficienza energetica. I sogni delle innovazioni tecnologiche delle propulsioni elettriche o a idrogeno sono una buona cosa, ma in questo momento distolgono l’attenzione dei legislatori dal problema reale di migliorare l’efficienza dei motori a scoppio tradizionali; o tutte le parti in causa si impegnano in questo primo passaggio obbligato, o tutti gli altri che seguiranno risulteranno una pura operazione di greenwashing.
Il ruolo dei legislatori europei è quello di tagliare le emissioni di CO2 e ridurre la dipendenza del mondo dal petrolio, non promuovere auto elettriche, soprattutto quando ancora non si hanno sistemi per capire da dove questa energia è stata prodotta, sistemi di misurazione dei consumi dalla rete o ancora, sistemi di monitoraggio per l’erogazione dell’energia elettrica che permettano di sviluppare nuove stazioni di servizio per la ricarica delle batterie. L’Unione europea non deve farsi accecare dal mito dell’elettrico e guardare troppo al futuro, senza mantenere una vera pressione sugli standard di efficienza energetica al presente, perché altrimenti tutto il lavoro fatto fino ad oggi risulterà vano.
Fonte: Camminandoscalzi.it