Numerose case automobilistiche hanno ormai deciso di allentare i cordoni delle borse in favore di nuovi sentieri di sviluppo circa la mobilità sostenibile. Tra queste Bmw appare in costante accelerata: i primi frutti sono la city car full electric i3 e la avveniristica berlina sportiva i8, che hanno già più volte stuzzicato la nostra curiosità.
Attualmente sono in giro per il mondo con il Bmw i. Born Electric Tour, la serie di eventi (iniziata lo scorso 21 giugno a Roma) che la casa tedesca ha messo in piedi per presentare la sua innovativa gamma verde. Una gamma che insegue un concetto di mobilità futuristica attraverso hi-tech, design e tanta ecosostenibilità.E proprio questi ultimi due aspetti, sostenibilità e design, sono trattati da Bmw in un modo originale. Innanzitutto in fase di progettazione attraverso il concetto di architettura Life Drive, che consente di staccarsi dal classico modello a “conversione”, cioè quello che integra le componenti elettriche in veicoli originariamente pensati per una propulsione con motore tradizionale. Le nuove Bmw elettriche nascono da due parti separate e indipendenti: il modulo Drive, che incorpora batteria, sistema di propulsione e telaio, e il modulo Life, composto invece dalla cellula passeggeri realizzata in fibra di carbonio, che la rende resistente e al tempo stesso leggerissima.
Attraverso questo tipo di approccio, Bmw è certa di poter raggiungere una maggiore efficacia nelle prestazioni del sistema di propulsione elettrica.Altro aspetto da non sottovalutare è l’idea di utilizzare, per gli interni, materiali provenienti damaterie prime rinnovabili, con largo uso di pelle, legno, lana. Così, per esempio, il pannello strumenti della i3 è realizzato in legno di eucalipto ottenuto da foreste europee gestite in modo sostenibile. Questo comporta una minore distanza di consegna per i fornitori e un’attenzione particolare all’impatto sul verde, senza tralasciare la cura estetica. Un altro esempio è l’agente diconciatura naturale utilizzato per la pelle degli interni, ottenuto da foglie di ulivo, che dona ai rivestimenti uno strato di protezione contro l’usura e la perdita di colore, puntando quindi sulla durabilità dei materiali. Questa filosofia di progettazione comprende tutta quella componente di impatto ambientale che avviene prima della messa in strada del veicolo, quella che sporca la fase di produzione e che spesso viene tralasciata.Le soluzioni che propongono i bavaresi sono molto intriganti e, in teoria, lodevoli, ma ancora non è chiaro quanto incidano poi sulle tasche del potenziale acquirente. Rimangono comunque interessanti per comprendere, più in generale, le nuove prospettive di sviluppo del mercato dell’auto.