Altra sconfitta per la Fiat, uscita dall’aula di giustizia dopo la sentenza del 21 Giugno scorso del Tribunale di Roma, che si è vista condannare dalla Corte d’Appello che ha riconosciuto le ragioni della Fiom e ha imposto l’assunzione di 145 lavoratori appartenenti al sindacato dei metalmeccanici Cgil.
La Fiat era stata dichiarata colpevole in prima istanza per discriminazione nei confronti dei 145 operai della Fiom, sentenza ribadita dalla Corte d’Appello di Roma nella sentenza di oggi.
Le conseguenze di questa sentenza è l’assunzione dei lavoratori presso lo stabilimento di Pomigliano d’Arco.
La storia parte dalla constatazione che dei 2.093 assunti nello stabilimento campano all’interno del piano Fabbrica Italia nessuno risultava iscritto alla Fiom.
Per il sindacato della Fiat si tratta di una vera e propria stranezza, frutto di una sorta di ritorsione per gli ormai noti scontri avuti nel recente passato con i vertici del Lingotto.
Dopo la sentenza del giudice dello scorso Giugno, la Fiat aveva impugnato la sentenza chiedendo a gran voce la sospensione dell’ordinanza tanto da evitare l’assunzione dei 145 operai iscritti al sindacato di Maurizio Landini.
Tuttavia anche in questa circostanza la Fiat aveva avuto risposta negativa: ovvero la corte aveva dichiarato inammissibile la richiesta di sospensione.
Intervenuto in merito Sergio Marchionne, qualche mese fa, aveva dichiarato: “folcloristicamente locali” le regole italiane seguite dai giudici mentre la Corte d’Appello ha sentenziato ” ordini dettagliati” per mettere in atto il piano di reintegro degli operati interessanti, la cui assunzione dovrà essere immediatamente esecutiva.
Fiat è stata riconosciuta colpevole anche presso la Corte d’Appello di Roma, che ha disposto la riassunzione dei 145 operai Fiom a Pomigliano.