Una volta era la capitale dell’auto in Italia, ora complice la crisi Fiat a Torino si festeggia solo il poco invidiabile primato di città più inquinata d’Italia. Lo testimoniano i dati sullo smog prodotto dal traffico nei maggiori centri urbani del nostro Paese diffusi da Aci e Legambiente che vedono il capoluogo piemontese nettamente in testa.
A Torino infatti nel periodo tra gennaio e agosto 2011 sono stati registrati ben 82 giorni con una concentrazione di polveri sottili, le cosiddette Pm10, superiori alla soglia di tolleranza. Dato allarmante, soprattutto raffrontato a quello dello scorso anno quando i giorni di superamento erano stati soltanto 67, con un totale di 131 in tutto l’anno. Al secondo posto della classifica troviamo Milano con 70 a fronte dei 50 nello stesso periodo 2010.
Seguono Napoli che comunque ha fatto registrare un netto progresso rispetto al 2010 visto che quest’anno la soglia è stata oltrepassata 41 giorni mentre dodici mesi fa il bilancio era di 81, e ancora Palermo con 40 giorni contro i 34 del 2010, Roma con 37 (erano stati 28) e Firenze con 34. Anche qui la situazione è decisamente migliorata visto che un anno fa erano stati 47. E ancora Bologna con 32 contro 41, Bari con 20 contro 25 e Genova con 10 contro 4.
I problemi del traffico sono sempre gli stessi e poco sembra servire la Ztl introdotta a Torino dal sindaco Chiamparino e che negli ultimi giorni è stata studiata dal suo omologo attuale, De Magistris, che l’ha introdotta nel centro di Napoli. Tre ore al mattino, dalle 7.30 alle 10.30, soltanto dal lunedì al venerdì non possono bastare per evitare che un traffico così altamente congestionato produca effetti meno devastanti.
A Torino, come in altre città italiane, è presente da anni anche il servizio di car sharing a basso impatto ambientale che però non ha riscontrato il successo sperato. E soprattutto in Italia l’utilizzo di veicoli a bassissime emissioni come possono essere le auto elettriche è ancora poco diffuso. Tocca quindi sperare nella ricerca delle Case che puntano molto sull’ibrido e in futuro sull’elettrico. Ma al momento quello che conta di più è la coscienza dei guidatori.