I cosiddetti “semafori intelligenti”, quelli che diventano rossi se chi sopraggiunge supera i limiti di velocità, sono considerati fuorilegge da ormai qualche anno.
Il Ministero continua a raccomandarne lo spegnimento, ribadendo ai comuni che ancora li utilizzano che in caso di incidenti o danni provocati da questi dispositivi saranno i comuni stessi ad essere ritenuti responsabili.
Tuttavia i semafori intelligenti continuano a mietere vittime, in termini di multe, in tutta Italia. Sono troppi infatti i vantaggi economici di cui i comuni possono beneficiare in seguito. E bisogna anche sottolineare che dietro a questi apparecchi ci sono ditte private, magari proprio pagate a percentuale sul numero di multe automatiche generate da questi dispositivi di fatto illegali. Così i comuni continuano a fare orecchie da mercante in merito al problema.
Finalmente però la questione sembra giunta ad una conclusione definitiva, per merito della corte di cassazione. Con la sentenza n. 24248 del 17 novembre 2009, l’organo giuridico ha infatti stabilito che le multe fatte a mezzo di semafori intelligenti non sono da ritenersi valide, e il verbale deve essere annullato. Infatti la corte sancisce che il codice della strada “contempla non qualsiasi ipotesi di mancato rispetto del segnale costituito dalla luce rossa di un semaforo, bensì soltanto quella di attraversamento di un incrocio”.
A questo si è giunti grazie ad un precedente: un automobilista di Pontassieve aveva infatti fatto ricorso nel 2005 dopo essere stato multato proprio da un semaforo intelligente. La Corte in merito si è pronunciata affermando che “Il giudice di pace non si è attenuto a tale principio di diritto e non ha previamente accertato se l’illecito fosse stato commesso a un incrocio”.
Un interessante svolta per tutti gli automobilisti stanchi della truffa dei semafori intelligenti.