Il foro con la gomma intorno

Il motociclista, si sa, è sempre un pò bambino dentro e per il suo “giocattolo” preferito vorrebbe sempre il meglio senza badare a spese. Chi ha un pò di annetti di moto sulle spalle, sa che al primo posto della lista della spesa per la propria bella c’è un bel paio di scarpette come si deve, di quelle giuste insomma.


Se per il turista, o il fuoristradista il discorso è forse più semplice, per il cultore del “ginocchio a terra” il discorso gomme ha un sapore quasi mistico.
Ed è proprio da questo segmento che vorremmo partire per analizzare quanto incide la voce gomme sul bilancio della gestione della nostra amata 2 ruote.
L’esasperazione raggiunta dagli pneumatici stradali sportivi negli ultimi 4/5 anni, ha fatto sì che chiunque possa acquistare un prodotto in grado di fornire le stesse prestazioni delle coperture impiegate nelle competizioni solo qualche anno addietro.
Ovviamente c’è il rovescio della medaglia.
Sicuramente il primo effetto di questa evoluzione è stato un aumento considerevole del prezzo finale al pubblico. In Italia poi, dove vige ancora la cultura dello “sconto”, si è vista una vera e propria escalation de prezzi di listino, gonfiati a dismisura solo per evidenziare il fatto di applicare un grandissimo sconto con il rislutato che il prezzo finale è solamente “decente”, ma non di certo competitivo rispetto al resto d’Europa.
Inoltre l’elevata specializzazione di ogni prodotto ha reso sempre meno ampio l’utilizzo che si può fare di ogni copertura.
Qualche anno fa al classico smanettone della domenica che prediligeva sporadiche puntate in pista bastava montare un treno di gomme “morbide” per potersi divertire sia tra i cordoli che sui passi di montagna, e la resa chilometrica era dell’ordine dei 5/7000 km per un posteriore su una media ( 600 cc).
Le coperture moderne invece non sono più concepite per un utilizzo misto.
Ci sono le coperture in mescola, per la pista, e le sportive stradali per la strada.
Una gomma in mescola su strada non sarebbe in grado di raggiungere la corretta temperatura di esercizio nemmeno sul più infernale dei passi di montagna, con conseguenti problemi di grip e resa chilometrica ridotta al minimo.
Vice versa delle gomme sportive stradali in circuito andrebbero subito in crisi dopo pochi giri, portando immediatamente il motociclista di turno a rivedere al ribasso il ritmo della propria guida.
Ovviamente però questo discorso è molto generale e la scelta delle gomme va effettuata in base alla propria esperienza, alle proprie capacità e alle proprie disponibilità economiche.
Per un pilota “amatore” che gira a oltre 1 minuto dai tempi di riferimento della propria categoria, sarebbe perfettamente inutile montare gomme super performanti, che richiedono un certo mestiere per essere sfruttate al massimo.

Piuttosto meglio montare qualcosa di meno estremo e più economico e spendere qualche euro in più per fare ulteriori turni di prove libere.

Con il livello tecnologico raggiunto oggi è più probabile che si raggiungano prima i propri limiti che quelli del “pacchetto tecnico” che si ha a disposizione.

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