Fiat, Magna e Rhj. Sono questi i tre potenzali acquirenti di Opel che ieri hanno presentato al governo tedesco le proprie offerte. E mentre a Berlino si valutano le proposte e in Casa GM si parla di preferenze, sulla stampa si pubblicano le prime indiscrezioni sui contenuti.
Secondo quanto riportato dall’edizione online del tedesco Bild, il conto più salato è stato presentato dall’Italia: per l’acquisto della Opel il Lingotto ha previsto il maggior numero di esuberi in Europa e il più alto livello di garanzie pubbliche sul debito rispetto alle proposte degli altri due concorrenti.
Ieri il Gruppo torinese ha reso pubblico che l’offerta riguarda anche le attività di Vauxhall, in Inghilterra, e che se l’operazione verrà finalizzata sarà possibile dar vita a una nuova società che integrerà le attività di Fiat Group Automobiles, inclusa la partecipazione in Chrysler, e di Opel. Il prezzo da pagare sarà il taglio di 18.000 posti di lavoro, contro i circa 10.000 previsti da Magna e Ripplewood, e la richiesta di garanzie per circa sette miliardi di euro (contro i circa cinque miliardi previsti da ciascuno degli altri due potenziali investitori).
Che ci sarebbero stati dei licenziamenti, l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, non lo ha mai nascosto, sollevando nei giorni scorsi diverse polemiche, che avevano persino spinto il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ad inviare una lettera a difesa dell’occupazione in Italia. Il piano di Marchionne non ha convinto neanche i sindacati tedeschi, che – preoccupati per i livelli occupazionali in Germania – hanno confermato di preferire la “serietà” della Magna a quella italiana.
Il piano del gruppo austro-canadese, che punta alla maggioranza della casa automobilistica controllata dalla General Motors, prevede investimenti per 700 milioni di euro destinati all’ammodernamento degli impianti e allo sviluppo di nuovi modelli. Questa è l’offerta migliore anche secondo la General Motors, che, come riportato dal Der Spiegel, si augura la vittoria della Magna o altrimenti della Ripplewood. La Casa di Torino è la sua ultima preferenza, sia perché il Lingotto possiede una quota in Chrysler (sua concorrente diretta), sia perché nel 2005 il “divorzio all’italiana” costò a GM 1,5 miliardi di dollari.
Ad ogni modo, domani il governo tedesco si riunirà di nuovo per discutere il futuro della Opel, che verrà deciso, come ha ricordato oggi il presidente Luca Cordero di Montezemolo entrando all’assemblea annuale di Confindustria, in “tempi brevi”.
Fonte: Omniauto.it