Le autoconcessionarie chiedono un grandissimo aiuto al governo gridando “Fate presto!”. Il 2012 è molto più negativo di quanto si immaginasse. I dati sulle immatricolazioni di gennaio (-16,9%) hanno iniziato a far rivedere i conti e quelli di febbraio( -18,9%) hanno confermato che la stima di chiusura annuale va ripensata.
INUTILI CONTROMISURE – A febbraio, come spiega il Centro Studi Promotor, le immatricolazioni a privati si sono ridotte di un quarto e che quelle delle auto alto di gamma si sono quasi dimezzate. Ad appesantire il quadro ci anche pensa la situazione economica generale. La prima stima dell’Istat sul Pil nel quarto trimestre 2011, dice il Centro Studi Promotor, ha messo in luce un calo congiunturale dello 0,7% che segna l’entrata dell’economia italiana in una nuova fase di recessione. Per quanto riguarda in particolare l’auto, la domanda è ovviamente penalizzata dal quadro economico, ma anche da fattori specifici come il caro-carburante, il caro-assicurazione RC auto e una fiscalità specifica che si è fatta ancora più pesante. Anche per il gravissimo problema dell’esorbitante livello dei premi di assicurazione i provvedimenti varati dal Governo non potranno avere effetti significativi nel breve termine. Quanto poi all’inasprimento della pressione specifica sulla motorizzazione, basti pensare che soltanto su benzina e gasolio per autotrazione, secondo l’elaborazione del Centro Studi Promotor GL events sui dati del Ministero dello Sviluppo Economico, nel gennaio scorso il carico fiscale è aumentato di ben il 29,6%”.
SONO NECESSARI GLI AIUTI – Il settore automobilistico avrebbe bisogno di misure di rilancio della domanda interna, misure che peraltro non vengono neppure annunciate o che, se annunciate, vengono poi rapidamente ritirate, come l’ipotesi di ridurre l’aliquota minima Irpef dal 23% al 20% prospettata come imminente e poi rinviata a tempi migliori”. Anche i concessionari hanno molto da dire. Oreste Ruggeri, concessionario Citroen, si sofferma sul confronto tra Italia e Europa: “Il mercato europeo a gennaio ha registrato una contrazione del -6,6% – dice -. Il che vuol dire che il mercato Italia sta perdendo oltre 2,5 volte rispetto alla media europea. E’ per questo che abbiamo bisogno di una medicina diversa e immediata rispetto agli altri stati della zona Euro”. Francesco Ascani, concessionario BMW e Mitsubishi, ribadisce che “se il mercato chiuderà a 1.500.000 di pezzi il primo danneggiato sarà proprio lo Stato italiano che introiterà circa 2,5 miliardi di euro in meno tra IVA, bolli e tasse varie. Una cifra colossale”. Pavan Bernacchi lancia ancora una volta un appello al Governo, “cui il mese scorso abbiamo presentato un piano organico per il rilancio della nostra filiera, a: fare presto! Abbiamo bisogno di risposte immediate, di un intervento strutturale perché, lo voglio sottolineare, quando si parla di auto si tende a parlare di fabbriche, ma la distribuzione è altrettanto importante in termini di occupati e fatturati”.E davvero necessaria uno scossone in questo settore che sembra essere entrato in una crisi profondissima.