E’ decisamente vero che i dati sono spesse volte discordanti, ma il risultato, alla fine, è sempre lo stesso. Il mercato delle auto in Italia a marzo ha subito un crollo verticale.
Secondo Sergio Marchionne, ma non solo purtroppo, è solamente l’ennesimo passo di un anno “horribilis” (così l’ha definito) che non potrà fare altro che peggiorare.
UN CROLLO DEL -40% – Il presidente di Federauto, ha rilasciato delle dichiarazioni al vetriolo, eccone alcune: “nel mese di marzo, al netto delle auto a km zero che verranno immatricolate nella giornata di oggi, si è registrato un calo del 32%. Un buco che nessuna vendita potrebbe riuscire a rendere meno grave nel corso di questo sabato primaverile”.Bernacchi ( il presidente per l’appunto) avrebbe ben in mente di chi sia la responsabilità, come testimoniano le sue dichiarazioni all’ANSA. Questa situazione sarebbe un «disastro, frutto dell’attacco concentrico all’auto fatto a colpi di accise sui carburanti, aumenti di Iva, Superbollo per le auto prestazionali, aumento dei pedaggi autostradali ed RC. Il silenzio del Governo sulle nostre proposte apre una voragine su un settore che in Italia fattura l’11,6% del Prodotto Interno Lordo, contribuisce con il 16,6% al gettito fiscale nazionale e dà lavoro a 1.200.000 persone.»
IL PARERE DI MARCHIONNE – Non meno devastate e pessimista, come già detto, è stato l’AD del Gruppo Fiat Sergio Marchionne, che a RaiNews24 ha dichiarato che il mercato automobilistico «nel 2012 si attesterà a quota 1.500.000. Abbiamo perso un milione di vetture, siamo al 40% dei volumi in meno rispetto al 2007.» Una situazione che, sempre secondo Marchionne, non sarebbe unicamente colpa dello sciopero delle bisarche. Contrariamente a Bernacchi( presidente di Federauto), però, Marchionne si è detto fiducioso nei confronti del Governo Monti, auspicando che la riforma del mercato del lavoro, ritenuta necessaria, venga portata a compimento in un arco di tempo molto ridotto.