Se il rispetto dell’ambiente portasse sempre vantaggi economici nelle tasche della gente probabilmente gli italiani sarebbero un popolo di «verdi» accaniti, con in testa proprio i veronesi. Il caso dei carburanti gassosi per l’auto trazione, metano e gpl, sembra rappresentare una perfetta comunione tra interesse privato e tutela del territorio: le emissioni prodotte dalla combustione dei due gas hanno un basso contenuto di sostanze inquinanti e una più bassa produzione di gas serra rispetto ai carburanti fossili.
Dall’altro versante il costo dei gas si mantiene costantemente attorno al 50% in meno rispetto ai carburanti tradizionali: qualche giorno fa, per esempio, il distributore più conveniente della provincia era a Villafranca e vendeva il Gpl a 52 centesimi al litro; nello stesso giorno la benzina meno cara era venduta all’Auchan di Bussolengo: 1,179 al litro. Un paragone insostenibile. Un settore, quello del «gas», che negli ultimi tempi sta raddoppiando, se non triplicando le percentuali in ogni reparto che lo riguarda.
Se la Norvegia tramite il suo ministro delle finanze ha proposto l’abolizione totale delle auto alimentate da carburanti tradizionali, il territorio veronese sviluppa da anni numeri interessanti sull’espansione del «sistema gas». Grazie ai dati forniti dal consorzio Ecogas, che raggruppa tutte le categorie che gravitano attorno al gas, dai costruttori ai gestori, possiamo calcolare che nel 2007 le auto «bi fuel» acquistate nella provincia di Verona, quindi già munite di impianto benzina-gpl, erano 464 e 2.036 invece quelle alimentate da sistemi a benzina-metano.
Nel corso del 2008 le prime hanno raggiunto quota 1.475 e le seconde 2.387 unità; dati che consegnano alla provincia il primato nel Veneto. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico, nel periodo gennaio-marzo del 2009 l’unico carburante a far segnare il segno «+» in Italia è stato proprio il Gpl: -5,9% per i consumi della benzina, -2,8 per quelli del gasolio e + 4,3 invece per il gpl.
Le immatricolazioni del mese di aprile spiegano forse più di ogni altro commento l’orientamento degli italiani: 20.120 auto a Gpl, 13.561 a metano. Rispetto al 2008 sono rispettivamente + 338% e +125%, a fronte della diminuzione del 23% dell’acquisto di auto a benzina e del 16% di quelle alimentate a gasolio. La provincia di Verona, in tutto questo, si conferma nei primi posti anche per quanto riguarda la presenza di distributori di Gpl, che in Italia sono circa 3.000. Secondo il consorzio Ecogas la provincia di Verona ne conta oggi 50 e 2 invece di metano su un totale regionale di 278 per il Gpl di 79 per il metano, che in Italia però ne conta solamente 679.
Per la distribuzione del gpl in Veneto solo Padova fa meglio: ne conta sei in più oltre ai 23 distributori di metano per cui Verona è fanalino di coda assieme a Belluno. Per concludere il nostro giro di cifre, a Verona città si contano 8 impianti che forniscono gpl e 1 di metano.
All’inizio dell’anno il Comune aveva stanziato 40 mila euro a favore dei residenti che volessero convertire la propria auto all’alimentazione a gpl o metano; 150 euro per ogni richiedente cumulabili con gli incentivi del ministero dello Sviluppo Economico che prevede 350 euro per il gpl e 500 per gli impianti a metano.
Ma quanto costa «trasformare» un’auto? Secondo il listino dei prezzi massimi del ministero, per il Gpl gli impianti vanno da un minimo di 800 euro ad un massimo di 1.800, a seconda della diversità tecnologiche degli impianti. Per quelli a metano, invece, il costo minimo è di 1.400 euro si può arrivare ad impianti da 2.400 euro. La spesa al netto dei contributi potrebbe essere di poche centinaia di euro ammortizzabili in un paio di «pieni».
Fonte: Metanoauto.net