Maggio, salvo rare eccezioni, per gli automobilisti significa anche pagamento del bollo auto, con tariffe che possono differire tra regione e regione. Ma anche se non tutti ne sono a conoscenza, esistono delle categorie particolari che godono dell’esenzione.
Partiamo con i veicoli utilizzati per il trasporto dei disabili. Nell’esenzione rientrano portatori di handicap psichico o mentale, titolari di indennità di accompagnamento, non vedenti e sordomuti, disabili con gravi limitazioni della capacità di deambulazione o pluriamputati oltre a disabili con ridotte capacità motorie, anche con limitazione della deambulazione non grave. Possono quindi godere dell’esenzione tutti gli autoveicoli e le motocarrozzette, mentre per quelli adibiti al trasporto promiscuo occorre che la cilindrata non superi i 2.000 cc, se benzina o i 2.800 cc per i modelli diesel. Ovviamente l’esenzione è valida sia se il veicolo è intestato alla persona disabile, ma anche se intestato ad un familiare che abbia fiscalmente a carico il disabile stesso, se quest’ultimo non abbia redditi superiori a 2.840,51 euro (escluse pensioni sociali ed eventuali indennità, comprese quelle di accompagnamento).
Ma possono essere esentate anche le vetture che tutelano l’ambiente, a cominciare da quelle a GPL e metano che in realtà godono di uno sconto pari al 75% sulla tassa di proprietà. Ci sono poi eccezioni come la Provincia autonoma di Bolzano con l’esenzione prevista anche per le auto a doppia alimentazione benzina-gas mentre in Lombardia l’esenzione del bollo è totale per tutti veicoli con sola alimentazione a gas e in Piemonte l’esenzione è totale per tutte le autovetture omologate a gas.
Inoltre tutti i veicoli elettrici non devono pagare la tassa di proprietà automobilistica per i primi 5 anni successivi all’immatricolazione mentre a partire dal sesto anno è prevista una riduzione del 75%, ma in alcune Regioni come Lombardia e Piemonte l’esenzione resta totale anche per gli anni successivi. E poi ci sono le auto storiche: quelle immatricolate da almeno 30 anni pagano una quota variabile da regione a regione per un massimo di 30 euro. Le seconde invece possono rientrare nelle auto storiche purché abbiano i requisiti per poter essere considerate di interesse storico.
Infine c’è una categoria particolare, quella di chi abbia l’auto bloccata dalle ganasce fiscali. Merito di una legge del ’98 che però in alcune regioni vengono aggirate: nelle Marche con una legge regionale il bollo va comunque pagato e lo stesso hanno legiferato da quest’anno anche Basilicata e Puglia. In questo caso comunque si può inoltrare ricorso alla Corte costituzionale.