Se le parole di Marchionne possono sembrare ai più scettici una scusa per non spendere milioni di dollari in un richiamo, i dati pubblicati nel “White Paper on NHTSA‘s Recall Request” eliminano ogni minimo dubbio.
Dalle tabelle che sono state esposte scopriamo come in quasi 30 anni di rilevazione , su oltre 5 milioni di veicoli con una percorrenza di oltre 500 miliardi di miglia, il numero di incidenti con impatto posteriore che abbiano causato incendi o perdite di carburante siano bassissimo.
Nello specifico l’incidente che ha dato risalto alla vicenda aveva come protagonista una Jeep Grand Cherokee, ferma, colpita a 105 km/h da un camion autoarticolato. Lo schianto secondo Chrysler ha generato una forza 23 volte maggiore rispetto a quanto testato nei crash-test posteriori.
L’NHTSA protesta per il forte tamponamento dietro l’asse posteriore del serbatoio di carburante sia pericolosa.
Quell’alloggiamento fu però approvato dallo stesso ente americano e ad oggi molte vetture commercializzate negli Stati Uniti e in Europa adottano la stessa soluzione.
Chrysler ha messo in evidenza ben 24 modelli anche che in caso un forte tamponamento la posizione dietro l’asse altri costruttori – nessuno protagonista di campagne di richiamo – che mostrano maggiore possibilità di prendere fuoco in caso di impatto.