Decine di segnalazioni di utenti che hanno pagato di più in tabaccheria per aver usato il Bancomat: «Se non si avvisa prima è un illecito». Il metodo più caro? Il sito della Regione.Costi dell’Rc auto che aumentano a ogni rata, prezzo della benzina alle stelle, e ora ci si mette anche il bollo annuale. Che la quattro ruote sia per gli italiani sempre più un lusso e meno un diritto è ormai un’amara consapevolezza: ma quando ci si mette anche la scarsa trasparenza, ecco che i consumatori non ci vedono più. E a finire sotto accusa sono proprio le commissioni legate al bollo auto.
Decine le segnalazioni arrivate in questi giorni ad Adico Associazione Difesa Consumatori: da una parte per le commissioni applicate dai soggetti che riscuotono l’imposta, dall’altra per il sovrapprezzo che chi usa il Bancomat spesso scopre di aver pagato solo dallo scontrino finale. In altre parole, è sempre più vantaggioso pagare il bollo dal tabaccaio sotto casa o, avendolo, tramite un conto Banco Posta, mentre Aci e sito della Regione Veneto risultano di gran lunga più cari. E meglio farlo in contanti, perché a esibire il Bancomat ci si rimette di media 1 euro ulteriore.Su questo punto in particolare si sofferma l’Adico. «Nel 2012, quando tutti, Governo in primis, scoraggiano per ragioni di tutela fiscale l’uso dei contanti e spingono la moneta elettronica, ecco che ancora si incappa in esercenti che applicano sovrapprezzi per chi paga con il Bancomat. Di per sé è purtroppo un loro diritto, visto che le commissioni imposte dai circuiti bancari sono ancora alte rispetto alla media europea – commenta il presidente di Adico Associazione Difesa Consumatori Carlo Garofolini – ma ci si trova davanti a un illecito se tale aggravio non è comunicato prima del pagamento: a voce o ancora meglio con un avviso messo per iscritto e ben visibile». E sono ancora moltissimi i casi in cui questo non avviene, anche quando il pagamento riguarda il bollo auto. Come segnala ad Adico M.N., di Mestre: «L’altro giorno ho pagato il bollo auto in tabaccheria con il Bancomat e sulla ricevuta trovo scritto 305,30 di tassa, 1,87 euro di diritti e in più mi addebitano 1 euro per il pagamento con il Bancomat. Non sembra assurdo che lo Stato ci chieda di non pagare con i contanti e poi ci ritroviamo costretti a subire tasse su tasse?».
Altro discorso, le commissioni applicate dal soggetto che riscuote il bollo auto, diverse a seconda che si paghi in un’agenzia di pratiche auto convenzionate (tra cui l’Aci), da un tabaccaio, in un ufficio postale, o per via telematica attraverso il sito delle Poste o tramite quello della Regione. La brutta notizia è che il sistema più comodo per i consumatori “informatizzati” è anche il più caro: si tratta del pagamento tramite carta di credito sull’Infobollo della Regione, con una commissione pari all’1,5% dell’importo della tassa (ma – si precisa – “è il costo imposto dal circuito interbancario e non viene incassata dalla Regione”). Per chi ama usare Internet per i pagamenti resta la possibilità del sito www.poste.it con 1 euro di commissione: ma è riservata ai correntisti BancoPosta. Tutti gli altri consumatori devono mettere il cappotto e uscire di casa: e oltre a far bene alla salute avranno anche un beneficio per il portafogli, visto che sia pagando all’Aci che in tabaccheria la commissione è d i 1,87 euro, sempre meno della percentuale imposta dalla Regione. Ancora meglio usare il modulo delle Poste, con commissione fissa di 1 euro.«Consigliamo quindi ai consumatori che ancora non avessero pagato il bollo auto di evitare il sito della Regione Veneto preferendo i più tradizionali tabaccai o sportelli dell’Aci – suggerisce quindi il presidente Garofolini – c’è infatti da sottolineare come una commissione variabile in misura percentuale sull’importo del bollo, che di fatto è una tassa, sia per lo meno opinabile. Meglio un importo fisso per tutti. Detto questo, speriamo che l’abbassamento delle commissioni dei circuiti interbancari promesso dal Governo Monti arrivi prima possibile e consenta ai consumatori il pieno esercizio del loro diritto a usare carte di credito comodamente da casa, mentre oggi di fatto lo si tratta come fosse un lusso».