Quelle che sto per riportare non sono nient’altro che parole, parole che però suonano davvero bene, sopratutto in un periodo di crisi come quello che sta attraversando l’Italia e l’economia mondiale. A parlare è stato Sergio Marchionne, manager italo-canadese della Fiat, e l’occasione è stata la presentazione della nuova stella Alfa Romeo, la Giulietta.
In questi giorni infatti ha preso il via il lancio di questa vettura dal nome storico, che ha rappresentato, e si spera rappresenterà anche in futuro, qualcosa di importante per la casa del biscione. Casa che negli ultimi tempi ha subito un forte ridimensionamento, culminato con la parziale serrata degli storici stabilimenti di Arese, che per molti anni sono stati l’unico ed il solo quartier generale Alfa Romeo.
Marchionne, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non si è infatti solamente limitato a parlare della nuova, splendida dobbiamo dirlo, berlina lombarda, ma ha lasciato intendere quelli che saranno i piani futuri del prestigioso ed elegante marchio italiano.
Le parole sono state di grande impatto, e fanno davvero ben sperare per il futuro, che a quanto pare non sarà di ridimensionamento, perché il Gruppo Fiat ha tutta l’intenzione di rilanciare il marchio Alfa Romeo e la presentazione della nuova berlina è solo il primo passo verso l’agognata riscossa della casa di Arese.
Alla kermesse erano presenti anche Luca Cordero di Montezemolo e Harald Wester, il che fa pensare che Marchionne non abbia messo parole a caso, ma abbia realmente delineato il futuro della casa, che non sarà fuori dall’Italia, visto e considerato che il manager italo-canadese ha espressamente annunciato che la Giulietta non è l’ultima Alfa Romeo prodotta nel bel paese, altre infatti verranno costruite ed assemblate in impianti italiani.
Belle parole dunque, che fanno sperare in un futuro più roseo per il marchio italiano, il che significa che non si sarà costretti a chiudere altri impianti, dopo che già Arese e Termini Imerese, per quel che riguarda il gruppo Fiat, stanno subendo licenziamenti e rischiano la serrata totale.