Mossa a sorpresa del gigante asiatico, che, trovatosi a fare i conti con la crisi del mercato dell’auto interno, ha pensato bene di imporre pesanti tasse sui veicoli provenienti dagli States, allo scopo ovviamente di scoraggiarne l’acquisto.
DAZI SUI 2.500 – La notizia circolata in questi giorni afferma che il Ministero del Commercio cinese, a capo di una delle principali economie mondiali e di sicuro quella che sostiene i ritmi di crescita più elevati, ha introdotto alcune sovrattasse nei confronti di alcuni particolari tipi di veicoli, in particolare modo veicoli passeggeri e SUV con motori di cilindrata superiore ai 2,5 litri, importati dagli Stati Uniti. Un provvedimento quello messo in atto dal ministero cinese che si propone l’evidente scopo di tutelare e mettere al ripar il mercato interno dell’auto, con i produttori che, secondo il governo cinese, sono stati in passato pesantemente penalizzati dai sussidi statali che in passato favorivano le auto provenienti dagli USA.
Un decreto volto dunque a penalizzare produttori quali General Motors, BMW, Mercedes, Chrysler e Ford, i più pesantemente colpiti dal provvedimento data la massiccia presenza su un mercato sempre più in espansione e sempre più miniera d’oro, specie in tempi difficili economicamente come questi. In Cina, infatti, nel 2010 il mercato dell’auto ha registrato un aumento delle vendite addirittura del 32%, mentre nel 2011 si è registrata una flessione che ha indotto il governo a tassare le auto straniere.
RISPOSTA USA – Ma questa guerra fredda dell’auto ha trovato pronta risposta sul fronte americano.Tramite un portavoce, infatti, il governo americano ha fatto presente il proprio disappunto per la decisione del governo cinese, rimettendo in seguito al Congresso eventuali decisioni sulle contromisure da adottare. In effetti la tensione fra i due Paesi, almeno in questo settore, è palpabile: basti pensar che nel 2009 la Cina ha superato gli Stati Uniti diventando il maggiore produttore mondiale di auto.