General Motors cede Saturn alla Penske

General Motors è nella fase finale per cedere il marchio Saturn alla Penske Automotive Group. Lo ha appena annunciato la stessa Casa di Detroit poco dopo che il New York Times aveva anticipato la notizia citando una fonte interna e annunciando che l’annuncio definitivo sarà dato in giornata. La Penske Automotive Group è fondata e controllata da Roger Penske, 72enne ex pilota di auto con trascorsi poco fortunati in Formula 1 e assai più fruttuosi come costruttore nella formula Indy Car e nella Nascar.

E’ il secondo commerciante di auto in America per fatturato con 156 concessionarie negli USA e altre 148 nel resto del mondo, ma è anche l’importatore esclusivo negli USA per la smart e possiede al 50% l’italiana VM Motori, specialista nei Diesel, insieme proprio a GM.

General Motors ha fondato il marchio Saturn nel 1985 portandolo alla commercializzazione nel 1990. Nato per contrastare i marchi giapponesi implementandone i metodi costruttivi, negli ultimi anni si era appannata trasformandosi nel contenitore di vetture derivate da modelli GM europei e coreani di dimensioni ridotte. Prima della crisi e del fallimento di GM, era destinata a fare praticamente da travaso dei modelli Opel (come l’Astra accanto all’Aura o la Sky, sorelle gemelle rispettivamente della Vectra e della GT) e Chevrolet europei (come Vue, sulla stessa piattaforma della Antara e della Captiva).

Nonostante la pressoché completa integrazione di Saturn nei meccanismi produttivi e commerciali di GM, sia a livello centrale sia locale, GM ha ricevuto per il suo marchio 16 offerte e afferma che l’accordo con Penske garantisce il salvataggio di 250 concessionari e 13mila posti di lavoro. GM si occuperà di produrre ancora per la Saturn i modelli Aura, Vue e Outlook. L’accordo, i cui termini economici non sono stati ancora svelati, fa sorgere più di una domanda: che futuro industriale ha la nuova Saturn se non può condividere le piattaforme e i motori con la Opel? E su quali criteri avverrà lo scorporo della rete da quella che dovrebbe rimanere fedele a GM dopo la procedura fallimentare? Ma l’interrogativo più grosso è: se GM non ha saputo far funzionare una cosa che essa stessa ha creato, chi può sperare di farlo?

Fonte: Omniauto.it

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