Nelle grandi città italiane (Roma,Napoli e Milano) la velocità media di spostamento possibile è pari a circa 15 km/h, (ma arriva anche a 7-8 km/h nelle ore di punta), ossia quella che si registrava a fine ‘700, quando si circolava esclusivamente a piedi, a cavallo, in carrozza o in calesse
Quali sono i motivi di una tale situazione? Confcommercio punta il dito sulle infrastrutture: l’Italia negli ultimi dieci anni non ha investito abbastanza in infrastrutture stradali e ferroviarie. Infatti dal 1990 si è speso il 35% in meno e per il triennio 2012-2014 dalle risorse destinate al miglioramento della mobilità 18 miliardi sono stati tagliati, producendo “effetti effetti difficilmente sostenibili, se non grotteschi, come il fatto che si impieghi più tempo per raggiungere l’aeroporto della Malpensa o di Orio al Serio dal centro di Milano che per viaggiare in aereo tra il capoluogo lombardo e Roma o Trapani”.
La rete autostradale italiana (6.629 km) oggi negli ultimi 20 anni è cresciuta quasi dieci volte meno di quella francese (11.042 km) e addirittura venticinque volte meno di quella spagnola (13.515), mentre l’estensione della rete ferroviaria veloce italiana (923 km) è inferiore a quella tedesca (1.285 km) e meno della metà di quella francese (1.896 km) e spagnola (2.056 km).
Le cause vanno ricercate però anche in un eccessivo numero di vetture in circolazione e un trasporto pubblico inefficiente.
Il divario infrastrutturale ha fatto perdere all’Italia 142 miliardi di Pil e 50 miliardi in ricchezza. Ben 27 opere infrastrutturali sono oggi in attesa di completamento, per un valore di 31 miliardi di euro.