Landi Renzo ha iniziato il 2009 con il freno a mano tirato. Dopo un ottimo 2008, esercizio chiuso con fatturato e redditività in crescita di oltre il 30%, i primi tre mesi dell’anno in corso hanno mostrato una contrazione delle principali voci di conto economico. Tuttavia, i risultati non sembrano destare preoccupazione al management, che ritiene i numeri del primo trimestre in linea con le attese.
Nel dettaglio, la società, quotata all’AllStars e attiva nella produzione di componenti e sistemi di alimentazione a GPL e metano per autotrazione, ha chiuso il primo trimestre del 2009 con un calo del fatturato del 13,6%.
Il giro d’affari, infatti, è sceso da 45,5 milioni a 39,3 milioni di euro. Tuttavia, il dato relativo alle due divisioni è stato opposto. Le vendite relative ai sistemi GPL sono cresciute da 23 milioni a 29,8 milioni di euro (+29,6%). Al contrario, i ricavi dei sistemi metano sono crollati da 21,2 milioni a 8,8 milioni di euro (-58,4%). Landi Renzo si conferma un’azienda ad alta vocazione internazionale, dal momento che poco meno della metà delle vendite è stata fatturata all’estero.
La redditività ha registrato una forte contrazione, in seguito agli investimenti effettuati nel trimestre per incrementare la capacità produttiva per i veicoli a GPL e a metano. I vertici di Landi Renzo ritengono che questi investimenti daranno i risultati concreti nella seconda parte dell’anno. Anche perché le vendite di autoveicoli a trazione GPL e a metano continuano a registrare elevati tassi di crescita. Nel mese di aprile le immatricolazioni in Italia di automobili a trazione GPL sono aumentate del 338%, mentre quelle a metano sono più che raddoppiate.
In particolare il margine operativo lordo è sceso da 10 milioni a 1,1 milioni di euro, segnando una contrazione dell’88,7%. Di conseguenza, la marginalità si è ridotta dal 22% al 2,9%. Gli oneri finanziari sono raddoppiati a quasi 600mila euro e sono andati ad appesantire l’utile ante imposte, negativo per 900mila euro. Anche il risultato netto è stato negativo per 0,9 milioni di euro, rispetto all’utile di 5,7 milioni dei primi tre mesi del 2008.
A fine marzo l’indebitamento netto era cresciuto a 42,7 milioni di euro, dai 6,5 milioni di inizio anno. La forte crescita del debito è stata giustificata dal management con la necessità di finanziare l’attività operativa dell’azienda. Sempre a fine marzo il patrimonio netto del gruppo ammontava ancora a 124,4 milioni di euro. Di conseguenza il rapporto tra indebitamento e patrimonio resta nettamente inferiore all’unità, valore considerato come primo livello di attenzione sulla struttura patrimoniale di un’azienda.
Fonte: Metanoauto.net