La vendita della Opel deve essere riconsiderata e, in qualunque caso, ogni decisione è rinviata al 3 novembre quando i 13 membri del consiglio di amministrazione di General Motors si riuniranno ai piani alti del Renaissance Center di Detroit per stabilire se accettare l’offerta della cordata Magna-Sberbank, riaprire il tavolo con vecchi e nuovi compratori interessati oppure tenersi la propria consociata di Russelsheim.
La notizia è stata confermata ufficialmente dal John Smith, negoziatore per GM, mentre secondo il settimanale Der Spiegel, General Motors avrebbe già deciso di tenersi il proprio ramo europeo. Anche l’agenzia Reuters ha interpellato sulla questione una fonte interna anonima la quale ha dichiarato «Io non direi mai mai». La decisione sarebbe stata presa dopo che il commissario UE per la concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato illegale la pratica del governo tedesco uscente il quale, attraverso molteplici dichiarazioni dei suoi rappresentanti, aveva manifestato apertamente la propria preferenza per la cordata Magna-Sberbank vincolando in qualche modo l’erogazione dei finanziamenti previsti in favore di Opel al buon esito della trattativa tra GM e il consorzio austro-russo-canadese. Se GM davvero decidesse di tenersi Opel, sarebbe la conferma di quanto sostenuto dalla UE e anche dal ministro dell’industria britannico, Lord Mandelson il quale aveva sollecitato Bruxelles ad approfondire la vicenda sulla scorta di un voluminoso dossier con il quale si dimostrava che, se GM si fosse tenuta Opel, il salvataggio sarebbe costato 2 miliardi di euro in meno. Vero è che Londra ha giocato questa carta per salvare l’occupazione nei suoi due stabilimenti Opel, ma rimane il fatto che l’ha messa sul tavolo dei principi della concorrenza mettendo a nudo la natura politica dell’accordo tra GM e Magna sotto la regia del governo tedesco.
Intanto, alla luce della lettera della signora Kroes, il ministro tedesco per l’economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, ha inviato a GM una lettera sollecitandola a prendere una decisione in merito all’offerta di Magna-Sberbank. Rimane il sospetto che si tratti di una mossa dovuta, ma non certo voluta, nel senso che la volontà di Berlino è quella di consegnare un’azienda che sente come tedesca a un gruppo nel quale è presente la mano russa per rafforzare in modo privilegiato i rapporti politici e diplomatici con Mosca. Se però i 4,5 miliardi di euro devono andare a chi salva la Opel, la contromossa di GM sarebbe allora quella di tenersi il proprio braccio europeo e andare all’incasso. A questo punto, con una liquidità che per Opel sembra garantita fino a gennaio e fuori gioco gli altri pretendenti (RHJ, Fiat e BAIC), questo sarebbe l’unico motivo per il quale GM prende tempo. Ma la casa americana rischia di pagare un prezzo in termini di credibilità anche verso i sindacati e i lavoratori. Nel frattempo, GM ha trovato 412 milioni di dollari per far salire la propria quota all’interno di Daewoo dal 50,9% al 70,1%.
Fonte: Omniauto.it