Fiat Bravo e Dodge Caliber: erede unica con due marchi

Le Fiat Bravo e le Dodge Caliber saranno sostituite rispettivamente da una sola auto realizzata sul pianale Compact dell’Alfa Giulietta e questa nuova vettura sarà venduta in tutto il mondo con il marchio Fiat mentre solo nel nord america sarà dotata del marchio Dodge per rimpiazzare la sfortunata Caliber, che era un mix tra berlina e crossover.

Si tratta di una strategia attuata dal Gruppo Fiat (che detiene il 20% della Chrysler) che permetterà una notevole riduzione dei costi di produzione, una riduzione dei tempi di sviluppo e un consequenziale aumento dei volumi di vendite del modello. L’auto in questione sarà una compatta segmento C che seguirà le orme della Bravo, infatti ne riprenderà anche il nome andandone a costituire una seconda generazione. Come la serie del 2007 la nuova Bravo sarà proposta nella versione 5 porte ma sarà subito affiancata anche dalla variante berlina 4 porte e station wagon oltre che la versione van commerciale.

Infatti la futura Bravo sarà una world car, realizata sul pianale della Giulietta, telaio modulare Compact, una carrozzeria lunga meno di 4,40 metri e lo stile che seguirà il recente family feeling inaugurato dalla 500 con linee tondeggianti e morbide con ampia calandra frontale. La berlina e la wagon saranno lunghe una ventina di centimetri in più e avranno il telaio a passo lungo, le sospensioni saranno MacPherson classici all’anteriore e un Multilink a tre bracci al posteriore.

La nuova Bravo debutterà tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 e andrà a sostituire l’attuale “sfortunata” serie che non ha mai raggiunto gli ambiziosi obiettivi di vendita prefissati dai vertici. Persino la Stilo è riuscita in vendite  più esaltanti rispetto la Bravo e attualmente la Giulietta vende più delle Bravo e Delta messe assieme. La produzione del nuovo modello avverrà in Italia a Cassino, la variante berlina a tre volumi non sarà venduta in Italia ma solo nei paesi dell’est europeo. Trattandosi di una world car la produzione avverà dal 2013 anche nei mercati emergenti come Russia, India, Cina e Brasile mentre sul solo mercato nord americano l’auto sarà venduta col marchio Dodge poichè la Fiat sarà presente solo con una gamma limitata di modelli (la 500 e la futura monovolume compatta 600).

Il modello americano potrebbe chiamarsi Dodge Bravo e come unico elemento distintivo avrà un paraurti anteriore leggermente diverso con la calandra a forma di croce. La produzione della versione Dodge avverrà dal 2012 in Illinois nell’impianto di Belvidere dove la Chrysler ha recentemente stanziato un finanziamento per riconvertire lo stabilimento per la produzione delle nuove auto a telaio Compact. La Dodge Bravo sarà proposta nella variante hatchback 5 porte e berlina 4 porte, la wagon resterà un’esclusiva europea. Dodge Bravo sarà anche più semplice nel reparto delle sospensioni infatti al retrotreno adotterà il ponte torcente con ruote interconnesse per limitare i costi di produzione (anche la concorrenza Toyota Corolla, Honda Civic e nuova VW Jetta offre questa soluzione). Sul mercato americano conta il prezzo basso della versione base, inoltre i motori meno potenti permettono di poter adottare soluzioni più semplici e meno raffinate.

Per quanto riguarda i motori la versione europea sarà equipaggiata con i classici Multiair aspirati o sovralimentati 1.4 da 105 fino a 170 cavalli più il 1.8 Turbo Di da 200 cavalli e i diesel Multijet 1.6 e 2.0 da 90 fino a 165 cavalli con cambio manuale a 5 e 6 rapporti e robotizzato a due frizioni a 6 rapporti. Non è esclusa l’adozione anche del bicilindrico 0,9 litri turbo da 105 cavalli per la versione base. Il modello americano oltre al motore Multiair 1.4 turbo da 140 cavalli sarà disponibile anche con i due motori WGE 2.0 e 2.4 benzina da 160 fino a 183 cavalli con cambio robotizzato o automatico sequenziale a 6 rapporti. La Bravo sarà una diretta concorrente delle prossime Golf, Focus e la nuova Astra ma anche delle recenti Hyundai Elantra e Honda Civic, sarà prodotta in circa 350 mila esemplari l’anno dei quali la metà in Italia, il restante in Illinois. Dal 2013, quando inizierà l’assemblaggio anche nei mercati emergenti, si potrà raggiungere l’ambizioso obiettivo di quasi mezzo milione di esemplari l’anno.

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