“Introdurremo sul mercato la prima vettura elettrica nel 2013 che sarà la Up!”. Parola di Martin Winterkorn, presidente di Volkswagen AG, che chiarito alcuni degli obiettivi del gruppo da lui condotto in occasione della 17 edizione dell’Handelsblatt-Jahrestagung di fronte a una platea di industriali cogliendo anche l’occasione per criticare il governo tedesco reo – secondo lui – di non offrire abbastanza sovvenzioni allo sviluppo dell’auto elettrica che “influenzerà significativamente il futuro della mobilità individuale”.
Winterkorn ha inoltre aggiunto che la Up! non sarà la sola elettrica del gruppo che entro il 2020 punta a conquistare l’1-1,5% del mercato delle auto elettriche. Con questo, il presidente di Volkswagen dimostra di aver mutato atteggiamento rispetto al recente passato durante il quale mostrava scetticismo e fiducia invece nello sviluppo dei motori tradizionali, in particolare per il Diesel. Evidentemente gli accordi con Sanyo (che nel frattempo è entrata nell’orbita Panasonic), Toshiba, ma anche con i cinesi della BYD offrono più di una speranza affinché l’elettrico rappresenti una forma di mobilità alternativa con costi raggiungibili dai clienti e con un’autonomia pienamente rispondente alle loro aspettative e tempi di ricarica entro le due ore. In entrambi i casi attualmente siamo ben lontani da questi obiettivi però – ha aggiunto Winterkorn – “lo sviluppo e la commercializzazione dell’auto elettrica non sono uno sprint, ma una maratona” e che ci vorranno 15-20 anni perché si prendano una fetta significativa del mercato globale. “Con l’elettromobilità – ha detto il capo di Volkswagen – l’industria dell’automobile affronta un capovolgimento tecnologico fondamentale” e rivela che Vokswagen aveva già provato la via dell’elettrificazione negli anni ’90 in un progetto congiunto con Daug, Varta e Daimler e il risultato fu un prototipo Audi che non offriva assolutamente vantaggi apprezzabili.
Winterkorn prevede una grande diffusione dell’elettrico soprattutto nelle aree geografiche dove c’è la maggiore concentrazione di popolazione nelle città, come la Cina, ma pensa anche che non ha senso avere automobili a batteria se poi l’elettricità viene prodotta da centrali a carbone. Questo pone l’esigenza di serie riflessioni sul ruolo del nucleare e delle energie rinnovabili come quadro all’interno del quale l’auto elettrica ha un senso. E non ha senso neppure parlare dell’auto elettrica come di qualcosa di pronto o come via unica della modalità perché ci sono molti altri modi e il manager tedesco le elenca: combustione altamente efficiente sui motori a benzina e Diesel, il metano, i biocarburanti di seconda generazione, l’ibrido e possibilmente l’idrogeno con le celle a combustibile. Tutte queste forme coesisteranno cambiando la loro distribuzione, ma una grande azienda come Volkswagen ha il dovere di portarle avanti tutte quante.
Fonte: Metanoauto.net