Si per chi non lo sapesse sono già passati 10 anni dall’introduzione della patente a punti.
Era esattamente il mese di luglio 2003 quando la novità prese corpo per tutti gli automobilisti italiani con la ferma intenzione che servisse a “scoraggiare” i comportamenti più pericolosi alla guida a favore di una maggiore sicurezza.
Ora, dopo un decennio esatto, possiamo fare i primi bilanci, come quello che è stator eso noto da ASAPS (Associazione Sostenitori della Polizia Stradale) e relativo ai dati rilevati fino al 31 dicembre scorso.
Secondo i dati emerge che sono stati persi dagli italiani 85.604.482 punti, ovvero una media di 2,275 punti decurtati per ognuna delle 37.634.404 patenti penalizzate.
Al primo posto per punti persi troviamo i giovani al di sotto dei 20 anni, mentre vanno molto meglio gli ultrasettantenni, si dimostrano i più virtuosi con una media di punti decurtati pari a 1,176.
Una nota di merito va riservata alle donne che, su un totale di 42,67% di patenti, hanno perso il 25,44% dei punti disponibili a fronte del 74,56% degli uomini, i quali detengono una quota del 56,33% delle licenze di guida totali.
La maggior parte dei punti persi è causata dal superamento dei limiti di velocità, mentre in seconda posizione classifichiamo il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza.
A seguire troviamo le infrazioni che hanno inciso in modo netto e deciso sulla perdita dei punti della patente: il passaggio con il rosso e l’uso del telefonino durante la guida
Aspettando che venga reintrodotto nel sistema normativo italiano il reato di “omicidio stradale”, gli addetti ai lavori si dicono soddisfatti dall’influsso che la patente a punti ha avuto sulla sicurezza, tanto che si è passati dai 265.402 incidenti con 6.980 morti e 378.492 feriti del 2002 ai 205.638 incidenti con 3.860 vittime e 292.019 feriti del 2011.