Che in Italia i prezzi dei carburanti siano spesso più alti di altri paesi è cosa risaputa, quindi possiamo dire che in un certo senso, il rapporto presentato dal Garante per la sorveglianza dei prezzi davanti al Senato non rappresenta certo una novità.
Secondo l’indagine, che mette a confronto i prezzi praticati al pubblico nel periodo di fine settembre 2008 con quelli del settembre scorso, appare chiaro come il Belpaese si piazzi assolutamente tra i primi posti nella graduatoria dei paesi più “cari” sotto questo aspetto.
Le cifre ufficiali parlano di un 22esimo posto in classifica per quanto riguarda i prezzi della benzina, dimostrando come ci sia stato un aumento della “verde” piuttosto marcato, al punto da registrare i prezzi più alti rispetto alla media europea che è di 1,174 euro al litro, contro i nostri 1,241 euro al litro.
Mentre per quanto riguarda il prezzo del diesel il nostro Paese arriva al 25esimo posto su 27 totali, con un prezzo medio di 1,076 euro al litro, anche questo più alto delle media UE che è di 1,012 euro al litro.
Un po’ a sorpresa rispetto a quanto si pensa arriva invece la dichiarazione che l’incidenza fiscale sul prezzo finale dei carburanti in Italia è sotto la media europea, dettagliatamente infatti le accise e imposte varie pesano sul prezzo dei carburanti per il 62,1% rispetto alla media del 63,8% degli altri paesi dell’UE, con la sola eccezione della Spagna, che sotto questo aspetto guadagna invece il primo posto.
Quel che interessa agli automobilisti tuttavia è conoscere i motivi per cui ci debba essere questa discrepanza di prezzi. Se la pressione fiscale non giustifica un simile divario allora le cause dei prezzi alti sarebbero da ricercare altrove, con la logica che esso sia da imputare principalmente al volere delle case petrolifere, le quali avranno anche i loro costi (legati alla rete di distributori e alla filiera produttiva e distributiva) e questo non si nega, ma una maggiore trasparenza verso i clienti sarebbe di certo necessaria e gradita.
Fonte: Oneauto.it