Benzina a quota 1,278 euro il litro, gasolio a 1,125 euro: è il record per il 2009, toccato proprio nelle scorse ore, che ci ricaccia indietro parecchi mesi. Per l’esattezza, una benzina così cara non la si vedeva da ottobre 2008, mentre per il diesel si è tornati ai livelli di metà dicembre 2008, stando alle statistiche dell’Unione petrolifera. E soltanto negli ultimi 10 giorni, un pieno di benzina è rincarato di circa due euro, così da svuotare in fretta le tasche degli automobilisti.
DOPPIA VELOCITÀ, CI RISIAMO
Il fatto è che, alla fine del 2008, un barile di petrolio costava circa 65 dollari, contro i 58 di oggi. Quindi, secondo le associazioni dei consumatori, i conti non tornano: stando al costo del petrolio, gli attuali prezzi dei carburanti dovrebbero essere notevolmente inferiori rispetto a quelli di ottobre o dicembre 2008. “Ecco dimostrata – attaccano Federconsumatori e Adusbef – la doppia velocità del prezzo della benzina. Siamo alle solite. Quando il petrolio è sceso, c’è stato un lento adeguamento del costo dei carburanti alla pompa, seguito da un blocco speculativo. Adesso, invece, appena il petrolio è schizzato su, fare è un pieno è tornato immediatamente costosissimo”.
I PETROLIERI NON CI STANNO
Di tutt’altro avviso l’Unione petrolifera, secondo la quale i prezzi al consumo crescerebbero meno velocemente del petrolio: “Da fine aprile 2009 a oggi, le quotazioni internazionali della benzina hanno registrato un progresso di oltre 90 dollari a tonnellata, cioè 4,3 centesimi di euro il litro. Quelle del gasolio sono salite di 56 dollari a tonnellata, ossia 2,6 centesimi di euro il litro. Invece, in quel periodo, il prezzo industriale della benzina (senza tasse) è cresciuto di 3,2 centesimi di euro il litro, e quello del gasolio di 1,2 centesimi”. Risultato, stando ai calcoli dei petrolieri, “a parità di quotazioni internazionali, i prezzi al consumo dei due carburanti sono inferiori di 3-4 centesimi di euro il litro rispetto a sette mesi fa: occorre tener conto anche dell’effetto del cambio”.
QUATTRO PROPOSTE
Per tenere sotto controllo i prezzi alla pompa (ma anche quello delle merci in generale), le associazioni dei consumatori avanzano quattro proposte. Fermo restando il problema delle accise (le tasse), rafforzare i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi; imporre un’etichetta che riporti i prezzi della catena, dal produttore fino al gestore; sanzioni contro gli speculatori; far crescere la competizione, rendendo facile l’apertura di distributori negli ipermercati e altrove.
DIFFICILE FARE PREVISIONI
Ma quanto ci costerà fare un pieno in futuro? Adesso diventa ancora più difficile fare previsioni. Infatti, specie in questi mesi, il petrolio pare non seguire la regola della domanda-offerta. Nel 2005, la richiesta cresceva e, con questa, la curva del prezzo era ascendente. Da qualche mese, cala la domanda di petrolio, ma la diminuzione del prezzo del barile, che pareva inarrestabile, s’è interrotta bruscamente a dicembre 2008. Forse, incidono le aspettative degli operatori: la congiuntura ha superato la fase più critica, e ci si attende una ripresa dei consumi e quindi della domanda di petrolio. E, per ora, non è stato meglio specificato il programma del G8 dell’Energia, appena tenutosi, che intende rilanciare l’alleanza fra Governi e imprese per stabilizzare il prezzo del petrolio.
IL FATTORE AMERICA
A dire il vero, per i petrolieri l’alibi del dollaro, valuta di riferimento negli scambi internazionali, non regge granché: l’euro si rafforza sulla divisa degli States. Invece, è da considerare la gigantesca iniezione di liquidità da parte della FED (banca centrale degli Stati Uniti d’America) e del Tesoro Usa. E a far saltare del tutto in aria l’equazione domanda-offerta, potrebbe essere il presidente americano Obama, che parrebbe intenzionato a ridurre la dipendenza energetica dal petrolio importato.
Fonte: Omniauto.it