La Motors Liquidation Co nata come General Motors è morta. Ne ha dato l’annuncio qualche giorno fa il Detroit News scoprendo che lo scorso 15 dicembre il giudice fallimentare Robert Gerber ha ufficialmente chiuso la company nella quale erano confluiti tutti i cespiti cattivi della casa automobilistica di Detroit dopo l’ingresso di chapter 11 guidandone il deflusso di quelli buoni nella nuova General Motors.
LA NOTIZIA – Una storia che molti hanno già dimenticato e che altri hanno cercato di far dimenticare, ma che accade proprio mentre una delle sue ex affiliate – la Saab – chiude definitivamente i battenti dopo un accanimento terapeutico dai contorni poco chiari. Deceduti in modo spiccio, ma meno doloroso, sono invece i marchi Pontiac, Saturn e Hummer, quest’ultimo archiviato dopo l’interessamento senza seguito del gruppo cinese Sichuan Tengzhong Heavy Industrial Machinery Company. E si parla di storicamente di tre gioiellini: Pontiac è uno dei primi marchi di GM e anche di quelli dotati di una certa tradizione sportiva, il secondo è figlio di una joint-venture con Toyota – la NUMMI, stipulata nel 1984 – che avrebbe dovuto fare faville ed invece ha pian piano perso forza propulsiva, Hummer è un’icona – nel bene, ma ultimamente molto più del male – del fuoristrada a stelle e strisce e della potenza militare americana. Ma in un paese dove tutto si crea se è funzionale e, se non lo è più, si distrugge questi sentimentalismi non possono esistere. Questa non è l’Europa che tenta di salvare tutto a tutti i costi.
UN VERO E PROPRIO IMPERO – La vecchia General Motors era nata il 16 settembre 1908 a Flint, nello stato del Michigan e non distante da Detroit poi diventata quartier generale, per opera di Billy Durant il quale aveva fondato la Buick e negli anni successivi aveva acquisito altri 20 e più marchi come Oldsmobile – chiusa anche lei, ma poco prima del chapter 11 – Cadillac, Pontiac (allora chiamata Oakland) e Chevrolet per arrivare infine all’australiana Holden e alle europee Opel e Vauxhall fino alla Saab. La GM diventò già nel 1931 il primo costruttore americano e mondiale alle spese di Ford cedendo lo scettro solo nel 2008 a Toyota e per la maggior parte del secolo scorso GM fino al 1997 è anzi stata la compagnia più grande al mondo in assoluto, più di altri giganti come Microsoft, Intel, Boeing, Coca-Cola e altri ancora messi assieme. Per avere un’idea delle sue dimensioni, basti pensare che nel 1955, mentre la sua produzione superava i 5milioni di veicoli e il suo fatturato andava oltre il miliardo di dollari, aveva 525mila dipendenti solo negli Stati Uniti e altri 100mila all’estero, più delle popolazioni degli stati di Nevada e Delaware messi insieme. GM era anche il massimo esempio di public company: nei primi anni ‘60 erano oltre un milione i singoli sottoscrittori che ne possedevano azioni. Oltre 60 milioni dei veicoli prodotti da GM sono ancora in circolazione.