Il mercato italiano ancora in attivo con un aumento delle immatricolazioni del 6,2% nel mese di luglio che con 204.905 unità porta il saldo negativo del 2009 a -8,3% e rappresenta il secondo mese con il segno più grazie agli incentivi alla rottamazione che, secondo l’UNRAE, sono responsabili oggi per il 40% delle vendite.
Risultato quindi chiaramente positivo, ottenuto con il portafoglio ordini accumulato nei mesi scorsi visto che il monte di luglio è stato di 165mila ordini d’acquisto anche se anche per questo numero si registra un buon +5%. Non fa quasi più notizia il fatto che il 17,6% del totale mercato in luglio abbia l’alimentazione GPL con un balzo del 328%, ma anche il Metano pesa per il 5,7% e questo vuol dire che le auto alimentate a gas sono 23,3% mentre le Diesel scendono ancora al 41,9% dal 49,7 del luglio 2008.
A intercettare meglio di tutti le tendenze del mercato è il Gruppo Fiat che cresce dell’11% portando la propria penetrazione dal 32,2% al 33,6% anche se la performance più marcata tra i grandi gruppi è quella di Ford la cui crescita è addirittura del 39,5% portando la propria fetta al 10,5% rispetto all’8% del luglio 2008 e consolidando la seconda posizione nello scacchiere italiano. Nelle immediate retrovie da segnalare invece il calo del 9,6% per il Gruppo Volkswagen, la sostanziale tenuta di GM e i balzi in avanti per Peugeot-Citroen (+30,8%), Hyundai-Kia (+91,9%) e i buoni riscontri avuti da Renault (+12%) accanto agli scivoloni per BMW (-20,9%), Toyota (-23,5%) e Daimler (-17%) per non parlare di Chrysler (-75%). A livello di marchi invece da segnalare gli spettacolari incrementi per Dacia (+169,5%), Hyundai (+146,1%), Peugeot (+63,9%), ma bene hanno fatto anche Lancia (+22,1%), Kia (+34,7%), Nissan (+16%) e Audi (7,7%) che continua a rosicchiare clienti ai marchi premium concorrenti come BMW (-29,6%) e Mercedes (-14,1%). Male invece è andata Skoda (-40,9%), Toyota (-23,8%), Smart (-22,4%) e per le giapponesi Honda (-15,8%), Mazda (-40,9%) e anche Subaru (-28,3%). Tra i marchi del gruppo Fiat, l’unico a soffrire è Alfa Romeo (-12,8%).
Tra i modelli più venduti, continua il testa a testa tra la Punto, che si conferma prima, e la Panda, divise da poche migliaia di unità dall’inizio dell’anno (110.753 contro 107.558). Ben distanziate sono la Fiesta (64.059), la 500 (54.545) e la Volkswagen Golf (35.458). Continua a stupire la C3 anche dopo l’annuncio della nuova generazione e accelera la Lancia Ypsilon grazie alle versioni GPL. Qui la classifica da inizio anno è ancora guidata dalla Chevrolet Matiz sempre più incalzata dalla Punto, non c’è storia invece tra quelle a Metano, dominata dalla Panda e tra le ibride, dove la Insight ha superato già le 2mila immatricolazioni. Ben delineate invece le posizione sia tra i modelli a benzina sia tra i Diesel. Per quest’ultime spicca il quinto posto della Nissan Qashqai, l’ottavo posto di Audi A4 e l’uscita in luglio dai top ten della Bravo e della Delta con l’ingresso della Qubo e dell’Alfa MiTo. La Opel Corsa invece lascia spazio al ritorno della Peugeot 308 che lo scorso mese è stata la settima vettura Diesel più venduta.
Uno sguardo anche ai segmenti dove le vetture di segmento A crescono del 13,2% e quelle del B addirittura del 28,2%. Per la tipologia di carrozzeria, si rifanno sotto le berline (+17,6%), le coupé (+99,3%), ma soprattutto crossover (+40,9%) e multi spazio (+80,6%). Soffrono invece ancora l’auto aziendale, che perde addirittura del 31% nei primi 7 mesi e pesano oltre 10 punti in meno sul totale, e l’usato che cala dell’11,5% in luglio, meno peggio comunque del 13,1% tendenziale. Ultimo elemento segnalato dall’Unrae è l’abbassamento globale delle emissioni di CO2 che per l’immatricolato dei primi 6 mesi è sceso da 145 a 138,7 g/km con un calo del 6,3%. Meglio si potrebbe fare se gli incentivi fossero generalizzati come in Regno Unito e Germania, ma di questo si discuterà presto quando si cominceranno a intravvedere le tendenze dell’economia e gli orientamenti del governo sul rinnovo – e, se sì in quale forma – degli incentivi altrimenti l’essere riusciti a mantenere il mercato totale sul filo dei 2 milioni sarà stato solo rimandare l’appuntamento con il mercato “vero” che potrebbe essere estremamente doloroso.
Fonte: Omniauto.it