Del fallimento Saab si è parlato su queste pagine, ma ora la preoccupazione principale degli appassionati del marchio svedese riguarda le sorti del museo della casa svedese, che rischia di essere venduto all’asta per pagare i debiti
Il museo, che ospita 123 auto storiche archiviate negli ultimi 60 anni sarà dunque messo all’asta per pagare i debiti. Paradossalmente duqneu il fallimento Saab presenta a collezionisti e speculatori la ghiotta opportunità di mettere le mani su alcuni pezzi pregiati. La struttura, infatti, come il tribunale ha stabilito, rientra fra gli asset in liquidazione, e dunque il denaro ricavato dalla vendita servirà a ripagare una parte dei creditori. A essere messa in vendita sarà l’intera collezione, che rappresenta tutta la storia del costruttore scandinavo e comprende dalla prima Saab, la 92001 nota come «Urasaab», alle vetture da rally, fino alle più recenti e innovative concept car.
Una sorte simile era toccata in Italia alla Bertone, che sotto il peso dei debiti e con i liquidatori a pressare, era stata costretta a vendere auto rarissime. Ma almeno in questo caso la storia è a lieto fine: Lilli Bertone è infatti riuscita a risanare l’azienda e a rientrare in possesso di parte delle auto, realizzando così nel torinese un museo,che aprirà al pubblico quest’anno.
Ma non tutti sono indifferenti alle sorti di questo patrimonio dell’auto: gli appassionati del marchio, infatti, per un’intera settimana hanno manifestato il proprio dissenso con caroselli di macchine e manifestazioni improvvisate a Trollhättan, città sede della Saab, mostrando dunque come, al di là del fallimento, l’appeal del marchio sia ancora vivo e forte.