Ford segna profitti per 2,3 miliardi di dollari nel secondo quarto del 2009 e comincia a rialzare la testa grazie soprattutto alla diminuzione del debito di 3,4 miliardi risultato dello scambio azioni-denaro attuato dall’azienda di Dearborn a marzo per ridurre di 7,7 miliardi il monte di debiti e di ipoteche.
Senza queste entrate eccezionali, Ford avrebbe perso 424 milioni, ma si tratta comunque di un passo avanti notevolissimo, soprattutto nelle attuali condizioni di mercato e se si pensa che nello stesso periodo nel 2008 la Ford aveva segnato una catastrofica perdita di 8,7 miliardi di dollari, la peggiore della sua storia. Altri indicatori importante sono il calo di ben 1,8 miliardi dei costi operativi, due terzi dei quali ottenuti solo in Nordamerica, e il generale rimpinguamento della cassa che contiene ora 21 miliardi, 2,7 in più del primo quarto del 2009 anche se il saldo del primo semestre segna un calo di 4,7 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2008.
A livello di mercati, quello nordamericano è quello che perde di più con un saldo negativo di 851 milioni e lo stesso fa l’area Pacifico-Africa (-25 milioni), compensate marginalmente dagli 86 milioni guadagnati in Sudamerica e dai 138 in Europa dove aumentano i volumi di vendita e diminuiscono gli stock, situazione ideale per fare maggiori profitti anche se pesa il “downsizing” generale (si vendono vetture più piccole e con prezzo di listino inferiore) del mercato e la sua contrazione generale dei volumi sui ricavi, passati da 11,5 a 7,2 miliardi di dollari. Ancora critica la situazione di Volvo che perde 231 milioni nel secondo quarto del 2009, quasi il doppio dei 120 registrati nello stesso periodo dello scorso anno, così come per i ricavi passati da 4,3 a 2,9 miliardi a causa soprattutto della contrazione dei volumi. Ad ogni modo, Ford ribadisce che il suo marchio svedese è ancora in vendita. Nelle bilancio delle perdite pesano inoltre per 136 milioni per i costi finanziari e soprattutto gli interessi passivi che pesano per 271 milioni su questa voce.
Altra buona notizia era già arrivata nella mattinata di ieri con l’annuncio da parte del ramo finanziario, la Ford Credit, di aver raggiunto un risultato positivo di 413 milioni di dollari nel secondo quarto (646 prima delle tasse), anche qui in netto miglioramento rispetto agli 1,8 miliardi di perdita registrata nello stesso periodo del 2008. Ad alleggerire i conti sono stati vari fattori, ma i più importanti sono il guadagno maggiore derivante dai leasing e dai noleggi a lungo termine, un miglioramento operativo generale, minori crediti inesigibili oltre a minor deprezzamento dell’usato e maggiori profitti derivanti dalla rivendita. Tutti indicatori che fanno davvero pensare che la fase acuta della crisi si sia chiusa e le aziende da essa “dimagrite” possano sperare in una seconda parte finale dell’anno in ripresa. E Ford, senza i vincoli del controllo statale cui sono sottoposte GM e Chrysler, può nutrire anche ambizioni maggiori di un semplice riallineamento dei conti, non per nulla gli analisti parlano di un imminente sorpasso ai danni di General Motors.
Fonte: Omniauto.it